La dieta mediatica degli italiani è sempre più varia: a registrarlo il rapporto Auditel-Censis che mostra un calo drastico degli utenti solo audiovisivi, cioè quegli utenti che si rivolgono esclusivamente a canali tv e radio. Il cambiamento più profondo riguarda il modo di guardare la televisione, fraziona troppo il suo pubblico su canali troppo diversi fra loro, da Netflix, a Youtube, ai classici canali su digitale terrestre. Resta salda la passione radiofonica degli italiani, come dimostrato dagli ultimi dati TER.
PANORAMICA SUI DATI
Il primo dato a destare stupore è la quantità di ascoltatori radiofonici nel giorno medio: 35 Milioni. Mentre a 7 giorni le stime salgono a oltre 44 Milioni. Anche la durata degli ascolti 2019 porta risultati positivi: 200 minuti di ascolto nel giorno medio verso dirette e playlist radiofoniche. La radio resta quindi in testa nel drive time e risulta sempre più diffusa nei negozi. La situazione radiofonica italiana mostra alle prime posizione le radio private che scavalcano, come di consueto, le radio pubbliche. In vetta ritroviamo RTL, RDS e Radio Deejay. La prima radio pubblica per ascoltatori è Rai Radio 1.
LA RADIO SI EVOLVE
La radio resta uno strumento altamente versatile e forse per questo non risente dell’impatto social. Anzi, dove la televisione cede terreno, la radio sembra cogliere l’occasione per rinnovare il proprio format. Da anni sono nate le dirette streaming, i podcast, le radiovision, le web radio, ma la presenza sui social è più strategica che di necessità.