Il “Decreto Rilancio” può davvero creare nuove opportunità per le imprese che devono ripartire nell’ambito del proprio territorio locale.
Spieghiamo come.
L’altro ieri. Il primo bonus pubblicità.
Con la manovra correttiva del 2017, poi con decreto attuativo, nel 2018, si introduceva il cosiddetto “Bonus pubblicità” per un budget complessivo di 27,5 milioni di Euro. Si trattava di un’agevolazione fiscale sotto forma di credito d’imposta (fino al 75%) da utilizzare in compensazione delle imposte da pagare. Imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali, poterono beneficiarne per tutti gli investimenti pubblicitari su giornali, televisioni e radio.
Le spese pubblicitarie venivano, quindi, “rimborsate” attraverso il meccanismo del credito d’imposta. Unica condizione: l’investimento doveva superare di almeno l’1% la spesa pubblicitaria sostenuta nell’anno precedente.
Esempio. Se nel 2017 l’azienda “ABC srl” aveva investito duemila euro e, nel 2018, ne spendeva altri tremila, secondo le norme del “Bonus pubblicità” l’anno successivo avrebbe maturato il diritto a un credito d’imposta fino a 750 euro: il credito d’imposta si calcolava solo sulla differenza da un anno all’altro, nel nostro caso 75% di 1.000 (3.000 – 2.000) = 750 euro.
Furono esclusi dalla manovra altri strumenti di sponsorizzazione, come i banner pubblicitari online, la cartellonistica, la grafica, le campagne social (tutte categorie che sono ancora escluse nell’odierno “Decreto Rilancio”).
Ieri. L’intermezzo del Cura-Italia.
Con l’emergenza coronavirus, sono state introdotte modifiche al “Bonus pubblicità” valide solo per l’anno 2020.
La prima variazione alla normativa vigente deriva dal decreto “Cura-Italia”. Con gradualità il governo ha cercato di iniettare linfa vitale nel sistema economico locale e nazionale. In quest’ottica, sia il “Cura-Italia” sia l’odierno “Decreto Rilancio” rappresentano manovre da osservare nel loro complesso, insomma, senza perdere di vista la direzione da seguire.
Oggi. Il definitivo “Decreto Rilancio”.
Il 19 maggio 2020 è stato approvato il “Decreto Rilancio”. Un provvedimento straordinario nato per strutturare la ripresa del paese, oltre che per definire con certezza quanto stabilito nel “Cura-Italia”. Fra le certezze da consolidare quelle inerenti, appunto, il “Bonus pubblicità”.
Variazione 1.
Il budget complessivo raddoppia, dai 27,5 milioni di Euro del 2018, si passa ai 60 milioni di Euro disponibili per gli investimenti pubblicitari 2020. Un cambio radicale se pensiamo che, dei 60 totali, 20 milioni di Euro saranno destinati ad uso esclusivo di televisioni e radio locali, incentivando così, le piccole e medie imprese a sponsorizzarsi a livello territoriale e nazionale.
Variazione 2.
È stato abolito il limite dell’1% incrementale sugli investimenti pubblicitari rispetto all’anno precedente. Si sviluppano due importanti conseguenze: da una parte, gli inserzionisti non saranno legati alla spesa del 2019, potranno accedere liberamente al credito d’imposta senza alcuna “soglia di sbarramento”. Dall’altra, il calcolo si estenderà all’intera spesa pubblicitaria sostenuta fino al 31 dicembre 2020 e non limitatamente al differenziale, come avvenuto fino al 2019.
Variazione 3.
Si incide, infine, sulla copertura stessa del bonus, che viene portato al 50% (definitivo) nel “Decreto Rilancio”, ma stavolta, rispetto a quanto era previsto nei passati decreti, la percentuale è applicata all’intero importo investito e non sulla differenza dall’anno precedente.
Esempio. Nel 2020 l’azienda “ABC srl” investe (ha intenzione di investire) tremila euro, secondo le norme del “Decreto Rilancio” nel 2021 maturerà il diritto a un credito d’imposta fino a 1.500 euro: il credito d’imposta si calcolerà sull’intero importo investito nel corso del 2020, nel nostro caso 50% di 3.000 (=1.500 euro).
Quando presentare la domanda.
Le domande presentate nel mese di marzo 2020 rimangono valide. Per chi volesse beneficiare dell’incentivo a partire dal 13 maggio 2020, dovrà presentare una comunicazione telematica attraverso i servizi online dell’agenzia delle entrate fra l’1 e il 30 settembre 2020.
Per i riferimenti originali della fonte, visualizzare l’articolo 186 (Credito di imposta per gli investimenti pubblicitari) del Decreto-Legge 19 maggio 2020 – n34 – Decreto Rilancio.